Scrittori sì, ma di canzoni: la poesia diventa musica

di Lavinia Frattini

 

Scrivere per amore: il premio letterario tra dialoghi ed emozioni.

La città di Verona anche quest’anno è stata lo sfondo di una nuova edizione del Premio letterario Scrivere per amore dedicato ai testi di poesia e narrativa in tema di amore.

 

Si tratta di un’iniziativa che dal 1996 riveste un ruolo simile ad un festival ed accumuna appassionati di scrittura sul piano internazionale permettendo loro di incontrarsi e dialogare sull’argomento predominante: l’amore. 

Quest’anno l’evento è stato organizzato in più serate, precisamente da mercoledì 18 ottobre a domenica 22 ottobre, con la speciale serata di sabato 21 ottobre in cui è stato premiato il vincitore di questa nuova edizione 2023.

 

Nella serata di giovedì 19 ottobre, gli spazi della Società Letteraria di Verona hanno accolto le prestigiose riflessioni ed il percorso storico del noto giornalista e critico musicale Enrico de Angelis accompagnato dalla straordinaria voce della cantante ed autrice Raffaella Benetti.

 

L’evento, intitolato Scrittori sì, ma di canzoni ha permesso un dialogo tra gli interlocutori ed il pubblico basato sulla riflessione circa la possibilità di trasformare in musica e, quindi, offrire servizio orale e suscitare emozioni, a tutti quei testi che, prima d’ora, avevano carattere di poesia scritta o prosa.

 

Noi di Fuori Aula Network eravamo presenti e vi vogliamo raccontare tutte le sensazioni che l’evento ci ha suscitato.

Non sempre l’autore di un testo, di una poesia o di una prosa desidera mettere in musica ciò che scrive, ma attraverso il racconto di Enrico de Angelis, si sono condotte alcune riflessioni sul motivo per il quale alcuni scrittori hanno deciso o meno di offrire musicalità ai loro testi.

 

L’idea di dare musicalità alle parole nasce soprattutto in Francia, con i trovatori ed i trovieri per poi passare in territorio tedesco dove già dal lontano 800 e 900 si canta il liebe tedesco di Franz Schubert.

In Italia, la musicalità attribuita ai testi ha origini napoletane, dove le opere soprattutto d’amore vengono trasformate in dediche o serenate. Il padre di questa tradizione è Salvatore di Giacomo, che ha trasformato le parole, i sogni ed i sentimenti in canzoni senza risultare mai pesante o banale.

Dopo un’attenta riflessione storica, Raffaella Benetti, prima col pianoforte e poi con la chitarra acustica, ha riportato a noi spettatori, grazie alla sua voce leggera e raffinata, parecchi esempi in lingua italiana, francese e spagnola.

 

 

Tutto questo per farci capire che le parole inserite in un testo possono risuonare e suscitare qualcosa se a loro è attribuita musicalità che non si discosta dall’idea principale di quella determinata poesia o del significato che è presente dietro ad una prosa.

Con la sua voce, Benetti ha offerto diversi esempi di canzoni italiane ma quella che ha incantato di più il pubblico tanto da farlo cantare insieme a lei è stata sicuramente Quanto ti ho amato cantata da Roberto Benigni nel 2002.

Oltre alle canzoni che toccano il tema amoroso, i due protagonisti della serata hanno offerto anche una visione un po’ più drammatica e dolorosa mettendo in luce un’opera che ritrae una ninna nanna di Trilussa, intitolata La ninna nanna della guerra, dove una madre cerca di tranquillizzare il figlio dicendo a lui che la pace tornerà presto; tema molto attuale in questi giorni a causa delle molteplici e terribili guerre.

 

Si è cercato anche di scherzare con Un giudice di Fabrizio de André con il contributo di Nicola Piovani, il testo della canzone gioca sulla statura di un giudice che decide di vendicare la sua infelicità e certe “battute” sulla sua altezza attraverso il suo potere professionale.

 

La serata si è conclusa con l’artista più ‘’saccheggiato’’ – secondo Enrico de Angelis – in tema di testi (soprattutto di filastrocche trasformate in musica): Gianni Rodari attraverso l’esempio del Il cammello ed il dromedario ed in seguito Re Federico.

 

Un applauso va innanzitutto agli organizzatori di questo prestigioso premio letterario intitolato Scrivere per amore, ma soprattutto ai protagonisti degli incontri organizzati, come Enrico de Angelis per la profonda e professionale riflessione su un accurato percorso storico ed a Raffaella Benetti per aver dato musicalità, con una voce impeccabile, a tutti i testi proposti.

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