Il più classico dei classici Festival di Conti: fila via tutto fin troppo liscio e pulito. Il risultato è una serata piatta senza colpi di scena, pure tra i cinque più votati dalla sala stampa non ci sono sorprese.
Gaia – Chiamo io chiami tu
La cosa più bella la regala da Cattelan quando uno dei suoi ballerini tira giù il braccio alla statua. Il brano può crescere e si discosta un po’ dalla sua zona comfort. Chiamo io chiami tu, per il momento non risponde nessuno Voto: 6
Francesco Gabbani – Viva la vita
Ci si aspetterebbe che il pezzo esplodi come dovrebbe fare un inno alla vita. Invece fa l’esatto opposto. Il cantautore di Carrara la interpreta bene come al solito ma non basta. Voto: 5.5
Rkomi – Il ritmo delle cose
Infiamma il pubblico femminile con la prima “scapezzolata” e un look total white che sa di “sposiamoci e viviamo felici e contenti”. Ci fa ballare (ah che nostalgia i festival di Ama), capire le parole però è un’impresa. Voto: 5.5
Noemi – Se t’innamori muori
Occhio che dopo 25437 tentativi può essere la volta buona per stappare lo champagne (dopo non dite che non ve lo avevamo detto eh). La sua voce è graffiante e potente, il testo della premiata ditta Mahmood /Blanco fa il resto. And the winner is… Voto: 7.5
Irama – Lentamente
Irama dacci retta, è ovvio che la lei lentamente fa spegnere ogni fottuto sentimento se arrivi direttamente dal Lucca Comics in cosplay Lady Oscar. Il tutto intriso di autotune a peggiorare le cose. Salvate il soldato Irama Voto: 5
Coma_Cose – Cuoricini
Erano giovani e hipster, ora fanno i Ricchi e poveri per la Gen Z. Leggerezza, freschezza per un brano che ha dell’ironia nel testo ma il rischio è che la deriva pop si mangi la loro unicità. Loro due funzionano sempre bene. Voto: 7
Simone Cristicchi – Quando sarai piccola
Si prende la prima, meritata, standing ovation. Il testo è impeccabile prenota con largo anticipo il Premio della critica. L’esibizione non è impeccabile probabilmente perché si emoziona ma glielo perdoniamo perché le lacrime stanno scendendo anche a noi. Commovente Voto: 9
Marcella Bella – Pelle diamante
Hai capito la Marcella nazionale quanta energia tira fuori sul palco. Poteva diventare la quota meme invece rimane molto credibile. Questo poteva fare al Festival e a noi va benissimo così. Momento disco Voto: 5.5
Achille Lauro – Incoscienti giovani
Signori giù le luci, accendini in alto e via con il coro. Una ballad d’altri tempi che lo conferma come uno dei favoriti. E che stile! Miglior outfit di serata. Il suo senato lo premierà, noi pure. Voto: 8
Giorgia – La cura per me
Le Mengoni vibes ci sono tutte. Brano con una metrica interessante, lei è una certezza. Non sappiamo quale sia la cura per te, per noi è ascoltare la tua voce. Voto: 8
Willie Peyote – Grazie ma no grazie
Era la grande incognita, si rivela l’outsider che non ti aspetti, o forse sì. Pezzo ritmato, sound piacevole e le parole che ti arrivano senza compromessi. Mezzo voto in più per la trovata di Luca Ravenna corista aggiunto. Voto: 7.5
Rose Villain – Fuorilegge
La delusione della prima serata in compartecipazione con Elodie. Di Fuorilegge c’è solo il suo outfit, che ricorda quando a scuola mettevi il tappo blu alla Bic rossa. Il pezzo non punge, non graffia. Il nulla cosmico. Si salva solo con l’interpretazione grazie ad una voce delicata. Pallottole spuntante Voto: 5.5
Olly – Balorda nostalgia
Ballatona da cantare a squarciagola. Ha la forza e le capacità per arrivare fino in fondo. Sente il pezzo addosso e da sfogo a tutte le emozioni. Voto : 7.5
Elodie – Dimenticarsi alle sette
Manifesto del peggior new pop, tutto confezionato e plastificato. Siamo sicuri che non se poteva fare a meno ? Neanche davanti ad un gin tonic all’ora dell’aperitivo va bene perché alla sette di mattina te la sei già scordata. Voto: 4.5
Shablo (Guè, Joshua e Tormento) – La mia parola
Una della poche variazioni sul tema. Prod di alta qualità e si sente, il rap di Guè e Tormento è fatto bene e il coro gospel è la ciliegina sulla torta. Tutto perfetto. Voto: 7
Massimo Ranieri – Tra le mani un cuore
La canzone non è memorabile. Ha fatto di meglio in carriera, ma il rango non mente. Tra gli autori ci sono Nek e Tiziano Ferro, mentre l’interpretazione di un artista che a Sanremo si sente a casa propria è da professore, non ancora pronto per la pensione. Voto: 5
Tony Effe – Damme ‘na mano
Una mano te la daremmo volentieri ma per trascinarti via. Un pesce fuor d’acqua, eravamo noi in imbarazzo per lui. Semplicemente terribile. Voto: 4
Serena Brancale – Anema e core
Vedi alla voce Shablo & Co. Ritmo e sonorità mediterranee, la performance è eccellente. Insomma uno show in piena regola, suonato e cantato. Voto: 7
Brunori Sas – L’albero delle noci
E’ una grande penna e ce lo conferma. Il pezzo è oggettivamente bello, la sua performance ci convince un po’ meno. Non per questo merita un giudizio basso. Voto: 7.5
Modà – Non ti dimentico
I Modà hanno questa straordinaria capacità, un po’ masochista per la verità, di riportarti indietro di quindici anni. Il pezzo è passato, demodè, demodà, per dirla con una battuta. Voto: 5
Clara – Febbre
Ad un certo punto mi sono alzato dal divano per capire se la febbre ce la avevo io. Talmente irrilevante che passa senza lasciare alcun segno. Difficile fare peggio l’anno scorso eppure c’è riuscita. Grezza era grezza è rimasta Voto: 4.5
Lucio Corsi – Volevo essere un duro
Quota indie, il buon Lucio non è per tutti ma la sua ballata folk si è fatta apprezzare anche dalla critica. Suona addirittura due strumenti il che non può che far salire la perfomance. Reminder per le prossime serate: cambiare fondotinta. Voto: 8
Fedez – Battito
Poraccio non gliene va bene una. Pura la visita dall’oculista che li mette le gocce. Ah no pardon, sono delle lenti colorate. La canzone non è male, vuoi vedere che litigare gli fa bene ? Voto: 6.5
Bresh – La tana del granchio
Il derby genovese lo vince Olly però si difende bene. Una ballata con un bel ritornello che profuma di caruggi, mare e salsedine. Un testo, tra realtà e sogno, in cui si racconta a cuore aperto. Voto: 6.5
Sarah Toscano – Amarcord
Pur di portare qualche toscano, Conti tira fuori dal cilindro pure lei. Nonostante il pezzo sia tutt’altro che indimenticabile, porta a casa un’esibizione scolastica senza sbavature ma di questi tempi va bene così. Voto: 5.5
Joan Thiele – Eco
Raffinatezza al servizio del bel canto e il risultato è più che soddisfacente. La maggior parte del pubblico non la conosceva, è già diventata la scoperta più interessante di questo Festival insieme a Lucio Corsi. Voto: 7.5
Rocco Hunt – Mille vote ancora
Domanda per i piani alti: tra tutte le proposte rap non c’era altro di meglio ? Per il buon Rocco non sarà di certo il juorno buono per la vittoria ma è una canzone che sa di tormentone estivo. Ritenta e sarai più fortunato. Voto: 6
Francesca Michielin – Fango in Paradiso
Poteva mancare la classifica canzone sanremese ? E perché proprio lei ? Fa parte di quelle canzoni che se fosse rimasta fuori non ci saremmo persi niente. Dopo la caduta dalle scale anche la falsa partenza. Voto 6
The Kolors – Tu con chi fai l’amore
Dopo “Italo disco” e “Un ragazzo una ragazza” il terzo tormentone di fila. Dopo Ibiza ci aspettavamo Mykonos come prossima fermata. Non Sanremo. Voto: 5
Carlo Conti: Parliamoci chiaro, fa il record di ascolti cavalcando l’onda del suo predecessore. Lui di meriti ne ha ben pochi. “Mi sono trovato in difficoltà nell’escludere sei canzoni”. Ad un primo ascolto la sensazione è che ne avrebbe potute eliminare più di una. Se porti 30 artisti in gara devi avere almeno 15 brani significativi, ma non è questo il caso. Voto: 5.5
Gerry Scotti: Allo zio Gerry il ruolo di spalla gli sta stretto, giganteggia sul palco come se ci fosse già salito. Ci regala alcuni momenti divertenti in una serata dove prima si sbaracca, meglio è. Voto: 8
Jovanotti: Il medley con i musicisti è da applausi. Il resto
Menzione speciale per il fonico (voto 3), il festival inizia e lui è ancora in camerino facendo diventare per 30 secondi Conti in versione LIS. I problemi di audio poi continuano per tutta la serata. Un disastro ferroviario.