Scritta una pagina del Bookwalk

Sabato 15 novembre, nella mattinata, il polo Santa Marta ha ospitato il convegno “La qualità della leggerezza: informazione ed editoria tra marketing e contenuti”, un evento di “Bookwalk”, il primo festival letterario conviviale.

In foto, da sinistra a destra: Federica Formiga, Francesca Colletti, Sabine Schultz, Enrico Rulli, Mattia Signorini e la mediatrice Elisa Pasetto.

Nella mattinata di sabato 15 novembre, al polo universitario di Santa Marta si è tenuto il convegno “La qualità della leggerezza: informazione ed editoria tra marketing e contenuti”, evento di “Bookwalk”, il primo festival letterario conviviale di Verona. Tra gli ospiti invitati a intervenire: Federica Formiga, direttrice del Master in Editoria presso l’Università degli studi di Verona; Enrico Rulli, editor e docente Scuola di Scrittura Inchiostro Verona; Mattia Signorini, scrittore e docente di scrittura creativa alla scuola Palomar; Sabine Schultz, editor narrativa straniera e vicedirettrice editoriale di Neri Pozza e Francesca Colletti, responsabile marketing e comunicazione di Neri Pozza.

Federica Formiga e la leggerezza “calviniana”

Ad aprire le danze ci ha pensato Federica Formiga, che ha esordito ironizzando sul contrasto tra il tema del convegno, la leggerezza, e la struttura di Santa Marta, definita “molto poco leggera”, in quanto edificio ottocentesco adibito per garantire il sostentamento di un corpo d’armata.

Ed è proprio qui che l’interlocutrice ha inserito la sua riflessione sulla leggerezza descritta da Calvino: non da intendere come una rinuncia ad un pensiero critico e a una posizione culturale, bensì come un operare senza il peso e le preoccupazioni delle leggi di mercato e della produzione.

Queste considerazioni dell’autore sono racchiuse in uno dei testi della sua raccolta postuma Lezioni americane, che la docente ha provveduto ad introdurre ai presenti in sala con una breve nota storico-letteraria. Le lezioni in questione sono quelle che Italo Calvino avrebbe dovuto tenere nell’autunno del 1985 in America, nel Massachusetts, ma che, a causa della sua prematura scomparsa, non è mai riuscito a svolgere.

Citando un brevissimo estratto, la docente fa riferimento a come Calvino avvertisse la pesantezza che segnava irrimediabilmente l’umanità, sentendo così il bisogno di prendere distanza e cambiare prospettiva di osservazione. Esiste, infatti, come affermato dalla docente Formiga, una leggerezza che nasce dal pensiero e dalla riflessione, così come ne esiste una legata alla superficialità. Anzi, questa leggerezza “pensosa” può addirittura mettere in ombra la frivolezza, facendola sembrare pesante e opaca.

Calvino giunge poi a interrogarsi sulle sorti del libro e in particolar modo su come l’editore valuta il proprio prodotto, tenendo conto del mercato e non solo del valore contenutistico.

Enrico Rulli e il mercato librario italiano

L’intervento del docente della Scuola di Scrittura Inchiostro Verona si è concentrato sul mondo editoriale, sui lettori e sul mercato italiano del libro, presentando numerosi dati relativi allo scorso in particolare.

Il mercato italiano del libro nel 2024 si è classificato come il quarto mercato d’Europa e sesto nel mondo e risulta sostanzialmente diviso a metà: da un lato i quattro grandi editori (Gems, Giunti, Mondadori, Feltrinelli) con il 53,6% e poi un 46,4% con le piccole e medie case editrici. Quanto ai fruitori, nel campione di italiani presi in considerazione tra i 15 e i 74 anni, il 73,4% (circa 32,4 milioni) delle persone ha letto un libro o hanno ascoltato un audiolibro. Nel tutto, a trainare il mercato sono i lettori “forti”, ovvero quei 3,24 milioni di persone che leggono più di dodici libri l’anno e che comprano l’80% delle copie negli scaffali.

Rulli ha poi parlato di come i social (citando Wattpad e Substack) siano degli strumenti molto importanti per i giovani autori, utili soprattutto per la possibilità di autopubblicarsi.

Alla fine del suo intervento, il docente ha affermato che i buoni libri continuano a vendere anche molti anni dopo la loro pubblicazione e, in questo senso, la loro qualità può essere riconosciuta attraverso un particolare senso di leggerezza che trasmettono. Questa leggerezza non indica superficialità, ma la capacità di offrire al lettore qualcosa di prezioso, ovvero il diletto come piacere genuino della lettura. Proprio questo dono, che rende l’esperienza coinvolgente e mai pesante, assicura all’opera una sorta di vita economica eterna, permettendole di rimanere apprezzata e ricercata nel tempo.

Mattia Signorini e il punto di vista di uno scrittore

L’incontro è proseguito con l’intervento di Mattia Signorini, che ha esordito spiegando come, per un autore, la percezione che si ha del proprio libro cambi nei momenti che precedono, accompagnano e succedono la pubblicazione della propria opera. L’ospite ha illustrato le difficoltà di quando si entra nel catalogo di un editore, poiché si inizia a far parte di un grande cosmo, la cui caratteristica principale è quella di favorire gli autori maggiori.

Successivamente, ha fatto riferimento ad un discorso che gli era stato rivolto da Luigi Spagnol, fondatore di Magazzini Salani, prima casa editrice con cui Signorini ha collaborato. Nel suo discorso, Spagnol affermava che non si può imporre un libro a un pubblico continuando a pubblicizzarlo, ma si può mostrare a quel pubblico la speranza di innamorarsi del testo come hanno fatto gli editori prima di loro e auspicando che poi parlino, affascinati, del libro ad altre persone. In poche parole, che il libro sia riconosciuto come prodotto di qualità grazie al buon verbo e alla stima di questo espressa dai lettori ad altri lettori ancora.

Per quanto riguarda l’editoria, si è parlato del fatto che si pubblicano troppi libri al solo scopo di avere costantemente gli scaffali pieni, seguendo la logica che più libri si pubblicano, più le case editrici hanno visibilità in libreria. Gli editori, però, secondo Signorini, sono un elemento cruciale di un Paese in quanto suo vero motore culturale: sono loro i primi diffusori e promotori della cultura e quindi possono fare davvero la differenza.

Sabine Schultz e il modus operandi di Neri Pozza

La parola è poi passata a Sabine Schultz. La vicedirettrice ha descritto l’operato della sua casa editrice, puntualizzando che la loro attenzione non è sulla quantità, ma, innanzitutto, sulla selezione dei titoli e, successivamente, sulle modalità di promozione.

La casa editrice Neri Pozza, includendo la collana di tascabili Beat, ha pubblicato 154 libri nel 2024, ma prevede una diminuzione fino a 108 pubblicazioni entro il 2028. A questo proposito, Schultz ha sottolineato che l’editore non si limita a pubblicare classici, ma si impegna attivamente nella ricerca di nuovi autori attraverso un metodico “scouting” settimanale in diversi Paesi. Infine, parlando di promozione, la vicedirettrice ha concluso affermando che la migliore campagna pubblicitaria per un libro resta sempre il passaparola tra i lettori.

Francesca Colletti e come promuovere un libro

L’ultimo intervento è stato quello di Francesca Colletti, che ha spiegato come, a Neri Pozza, c’è sempre una continua ricerca di mercato con l’intenzione di ampliare il proprio bacino di lettori, soprattutto cercando di raggiungere i lettori forti.

Anche per Colletti il passa parola è la miglior pubblicità per un libro, in quanto pratica intergenerazionale. A prova di ciò, si può notare come molti giovani leggano classici e, all’opposto, molti anziani si interessino ad autori più giovani. Ed è proprio attraverso questo processo di diffusione e affermazione che i libri finiscono per essere elevati alla definizione di “classici”.

Qual è, oggi, il ruolo dell’intelligenza artificiale?

In chiusura dell’evento, la relatrice ha chiesto agli ospiti la loro opinione su quale sia, ad oggi, il ruolo dell’intelligenza artificiale nel mondo dell’editoria. Secondo Mattia Signorini, l’intelligenza artificiale è uno strumento superficiale per la creazione di contenuti, ma uno strumento utile in altri contesti come, per esempio, nella correzione un testo. Sabine Schultz e Francesca Colletti hanno fatto riferimento a una notizia esemplare sul tema, riportando che l’editore Sem ha appena pubblicato un libro scritto dall’intelligenza artificiale e spiegando poi come sia stato possibile fare ciò. Mentre la riflessione conclusiva è stata affidata a Federica Formiga, la quale ha definito l’IA uno strumento utile e che, come tale, va usato. Inoltre, la docente ritiene che, poiché esistono diversi tipi di intelligenze artificiali per un editore, risulterebbe impossibile, e forse anche antiquato, ignorare la loro esistenza e il loro potenziale.

Se siete curiosi e volete sentire le voci degli ospiti e le interviste da noi realizzate ascoltate la nota audio.

Il resoconto delle evento e le interviste condotte dai redattori FuoriAulaNetwork Marco Bombieri e Wiame Mosaid

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